マッテオ・レンツィのインスタグラム(matteorenzi) - 10月9日 04時41分

Era l’otto ottobre, l’otto ottobre del 2008. Stefano Borgonovo incoraggiato dai suoi amici, accompagnato dall’amore di Chantal e dei suoi figli, spinto con la carrozzina da Roberto Baggio entrava sotto la Curva Fiesole. Molti di noi piansero rivedendo sotto la curva due ragazzi, la B2, che ci avevano fatto sognare: Stefano infatti non vestiva più in calzoncini ma con una coperta, malato. Ma fu un momento doloroso e bellissimo perché Borgonovo fece un regalo a Firenze e all’intero mondo del calcio e della ricerca: decise infatti di mostrarsi per combattere la #SLA, la stronza come la chiamava lui. Qualche anno dopo, ancora allo Stadio Franchi, ebbi il grande onore di consegnargli da sindaco il Fiorino d’Oro. Stefano ha perso quella partita ma tutti noi, nel suo nome, abbiamo voglia di continuare a combattere. Sono passati dieci anni da quel giorno, incredibile per la quantità di emozioni vissute. Il mio pensiero va ai tanti amici che la SLA ci ha portato via in questi anni. Ma va anche ai malati che lottano, alle famiglie che amano, ai ricercatori che sperimentano, ai medici che curano, agli infermieri che sostengono. E il pensiero va alla famiglia di Stefano, a cominciare da Chantal e dai figli. Quel giorno Borgonovo si è dimostrato un grande campione, più del giorno in cui segnò un gol decisivo alla Juve. Chi lo ha conosciuto non può che inviargli dal cuore un commosso grazie. E ribadire: scommettiamo sulla ricerca, scommettiamo sulla scienza.

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