Negli ultimi tre giorni Salvini è intervenuto tre volte sul documentario “Firenze secondo me”. Sono onorato dell’attenzione anche se penso che il ministro dell’interno dovrebbe occuparsi di cose più rilevanti. Se proprio non ama seguire le questioni di sicurezza nazionale, il ministro potrebbe almeno trovare 100 miliardi di euro le coperture per le promesse a vuoto della campagna elettorale o più banalmente recuperare i 49 milioni che la Lega ha nascosto. E invece niente, Salvini parla di “#FirenzeSecondoMe”. E prima dice che lui non lo guarderà mai per nessuna ragione al mondo, poi dice che lui non vuole fare documentari sui beni culturali della sua città, infine dice che la Signora in giallo ha avuto più spettatori. Tutta la mia solidarietà alla Signora in giallo per il paragone, naturalmente. Ho scelto di dedicare le mie vacanze a un progetto educativo e culturale. A mostrare la bellezza di ciò che ci circonda. A dire grazie alla mia città per quello che ho ricevuto. Ad affermare, anche in tempi di barbarie, che la bellezza salverà il mondo. I detrattori si sono concentrati sull’audience, giudicandola scarsa: e dire che i risultati degli ascolti sono stati ottimi, superiori alla media del Canale e alle performance di altri, più bravi, divulgatori culturali che hanno lavorato per il Canale Nove. Ma se la critica è tutta su quanti l’hanno vista, non su cosa hanno visto, va bene così. A #Salvini invece auguro di emozionarsi prima o poi davanti a un quadro, davanti a una statua, ammirando il paesaggio o l’architettura. Certo: queste immagini fanno meno like di un attacco agli immigrati o di un insulto a Juncker. Bisogna ammetterlo: la Madonna del Cardellino non rende bene sui social come un selfie ai funerali o come il post sul Grande Fratello Vip. Ma fortunatamente l’Italia è amata nel mondo per i simboli eterni del Rinascimento più che per le gesta di un ministro pro tempore. E un giorno persino Salvini capirà che investire in cultura serve all’Italia. Senza fretta, ma un giorno lo capirà anche lui. Persino lui.

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マッテオ・レンツィのインスタグラム(matteorenzi) - 12月17日 17時03分


Negli ultimi tre giorni Salvini è intervenuto tre volte sul documentario “Firenze secondo me”. Sono onorato dell’attenzione anche se penso che il ministro dell’interno dovrebbe occuparsi di cose più rilevanti. Se proprio non ama seguire le questioni di sicurezza nazionale, il ministro potrebbe almeno trovare 100 miliardi di euro le coperture per le promesse a vuoto della campagna elettorale o più banalmente recuperare i 49 milioni che la Lega ha nascosto.
E invece niente, Salvini parla di “#FirenzeSecondoMe”. E prima dice che lui non lo guarderà mai per nessuna ragione al mondo, poi dice che lui non vuole fare documentari sui beni culturali della sua città, infine dice che la Signora in giallo ha avuto più spettatori.
Tutta la mia solidarietà alla Signora in giallo per il paragone, naturalmente.
Ho scelto di dedicare le mie vacanze a un progetto educativo e culturale. A mostrare la bellezza di ciò che ci circonda. A dire grazie alla mia città per quello che ho ricevuto. Ad affermare, anche in tempi di barbarie, che la bellezza salverà il mondo.
I detrattori si sono concentrati sull’audience, giudicandola scarsa: e dire che i risultati degli ascolti sono stati ottimi, superiori alla media del Canale e alle performance di altri, più bravi, divulgatori culturali che hanno lavorato per il Canale Nove. Ma se la critica è tutta su quanti l’hanno vista, non su cosa hanno visto, va bene così.
A #Salvini invece auguro di emozionarsi prima o poi davanti a un quadro, davanti a una statua, ammirando il paesaggio o l’architettura. Certo: queste immagini fanno meno like di un attacco agli immigrati o di un insulto a Juncker. Bisogna ammetterlo: la Madonna del Cardellino non rende bene sui social come un selfie ai funerali o come il post sul Grande Fratello Vip.
Ma fortunatamente l’Italia è amata nel mondo per i simboli eterni del Rinascimento più che per le gesta di un ministro pro tempore.
E un giorno persino Salvini capirà che investire in cultura serve all’Italia. Senza fretta, ma un giorno lo capirà anche lui. Persino lui.


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2018/12/17

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